POMIROEU e LEO GALLERIES
attraverso l’intervento critico di Matteo Galbiati, presentano
Oki Izumi
scultrice del vetro.
10 MAGGIO 2012
Dalle ore 20.00
Il Ristorante Pomiroeu si apre al pubblico in una veste trasformata.
Tutte le creazioni culinarie dello Chef Giancarlo Morelli uniranno il mondo della cucina a quello dell’arte in collaborazione con Leo Galleries.
Un happening sofisticato con degustazione di prelibatezze, ponte creativo fra Italia e Giappone, renderà la Vostra serata unica.
Appetisers
Riso soffiato e capasanta
Bollito in trasparenza
Lecca lecca di foie gras
Wafer di tartare di manzo e gelato alla ricotta
Salmone marinato in crosta di pistacchio
Il cartoccio in carta fata
Il raviolo di formaggio di capra, miele e pancetta
Il tortino di riso con zafferano vetroso
Marshmallow di parmigiano
Panino mignon ai fegatini e Porto
Croccante di muesli salato
Dolci delicatezze
Composta di frutta con gelato alla ricotta
Sorbetto al finocchio e mela verde
Macarons alla crema brulée
Vini abbinati dalla nostra cantina
Euro 60,00per persona
Inclusobeverage e servizio
Approfondimeto:
Il vetro utilizzato in lamine rettangolari sovrapposte a formare complesse costruzioni è diventato il mezzo espressivo costante per l’artista giapponese da anni attiva in Italia: un mezzo che, nella sua trasparenza ma rigidità, evanescenza ma solidità costituisce uno stimolo e un freno alla fantasia di Izumi. Un freno, perché il vetro è un materiale fragile e monocromo, poco duttile e frigido. Uno stimolo, perché permette le più svariate combinazioni, dalle semplici superfici, dagli elementari poliedri, alle più vaste e complesse costruzioni, quasi architettoniche, d’un’ architettura in miniatura, come quelle del “meccano” o del “Lego”, ma dove l’elemento giocoso si è trasformato in una sorta di progettualità visionaria. E’, anzi, proprio da queste costruzioni pseudo-architettoniche che Oki è partita, già negli anni ottanta, coll’intenzione di edificare una sorta di città utopica, dove ogni “edificio” rivela i misteri del suo spazio interno, attraverso la trasparenza delle pareti, e dove i muri, le solette, le scale in miniatura, permettono di concepire delle costruzioni che sono al tempo stesso durature ed effimere, inconsistenti e perenni. Questo spiega come anche la scultrice abbia potuto ideare un progetto, come quello per il Ponte dell’Accademia di Venezia, tutto realizzabile in vetro e che costituisce una sorta di opus magnum a coronare questa sua fase architettonica. E’ forse proprio il contrasto tra la rigidità e il rigore delle lastre vitree e la loro evanescente presenza ad avere attratto la volontà ideativa di Oki: da un lato sollecitando la sua ansia di precisione, di ordine numerico, di quasi ossessiva ricerca di proporzioni armoniche e numeriche, (così lontane da quella che di solito si considera la mentalità estremorientale); ma, dall’altro lato evidenziando l’idea del vuoto questa costante del pensiero zen dell’intervallo, dell’aperto chiuso che, con il materiale vitreo, poteva agevolmente venire espressa.
Info e prenotazioni:
tel 0362.237973 / tel 0362.325340
info@pomiroeu.it